Si…si…si…ho proprio rischiato grosso, due emozioni nel giro di tre settimane possono causare danni irreversibili, ed allora ho aspettato un pochino, ho aspettato pazientemente che l’adrenalina accumulata scemasse da sola, senza forzature, si perché ricordo perfettamente quello che è successo ad Adolfo, mio ex dipendente amico… devo dire che Adolfo, dagli amici torinesi semplicemente Dulfu, bravissimo ragazzo, gran lavoratore amante delle moto al limite, che a volte ci si addormentava sopra. Dulfu abitava ad un paio di km dall’officina ma il lunedì mattina  impiegava molto più tempo del solito a percorrerli, primo perché la ciucca (sbronza) del fine settimana era ancora evidente, secondo, per non venir meno alla sua fama di bevitore, effettuava delle soste, non forzate, alla piola (cantina). Il grigio-verde era il suo nettare preferito, grappa e menta, che normalmente nei paesi del nord si beve per combattere il freddo, vale a dire indicato per chi lavora fuori, all’aperto, Dulfu lavorava dentro ma beveva per solidarietà! Tanto è vero che ormai andare a recuperare il suo Gilera 124 Cosenza in qualche bialera era diventato la normalità.

Un giorno lo vidi con una brutta cera e gli ho consigliato ad andare dal dottore e soprattutto di non bere così tanto; il giorno seguente gli ho chiesto della visita e mi ha risposto: “Sa, signor Leo il dottore mi ha trovato tracce di sangue nell’alcool!”

Ho raccontato questo aneddoto vecchio di trent’anni per far capire perché ho dato tempo alle emozioni di scemare, ho pensato lasciamo passare qualche giorno così “l’ubriacatura emozionale” si esaurisce.

Dopo il TRIUMPH con colorazione GP finalmente sono riuscito a terminare un moto che definirla d’epoca e riduttivo: HONDA 125 TWIN, dove twin sta per due cilindri. Questa moto non era importata in Italia, infatti arrivava dalla vicina Francia e quando Giovanni telefonicamente mi ha interpellato la prima cosa che mi ha chiesto è stata se avessi in mente questo modello. Ovviamente non potevo deludere Giovanni e ho risposto “certamente si”.  “Bene” mi dice Giovanni “te la mando giù col mio autista, veditela tu, restaurala tutta!” Appena l’autista fa scendere la moto dal furgone avrei voluto essere davanti ad uno specchio, così da darmi dello scemo (scherzosamente) ho capito all’istante che mi ero preso una bella gatta da pelare: la ruggine aveva preso possesso di tutte le parti cromate, ruote comprese, le marmitte potevi usarle come  annaffiatoio e per finire avevano perso le chiavi di accensione.

Con la pazienza ormai ci lavoro da anni.

La Marving mi ha dato una grandissima mano con i terminali e accorciando i collettori sono riuscito, modificando le staffe di sostegno, a darle una sua originalità.

Con l’aiuto e la pazienza del mio amico ciclista abbiamo trovato i raggi (inesistenti).

Poi è stato necessario cromarla tutta…

Infine le chiavi, a Torino opera ancora un vecchissimo artigiano che se gli dai il blocchetto, e il libretto, hai risolto il problema

Il resto è ben visibile! Tutto in vernice e con le tinte originali. Mi pace fare i restauri delle moto d’epoca perché appena hai finito di lavarla hai davanti una moto nuova ma esperta, pulita ma con molte avventure da raccontare!

Grazie

Rizzi Vito Leonardo & Figli

Ps: per contattarci, chiedere un suggerimento o richiedere un preventivo, ci trovate allo 0172.489980 / 349.8343276 o info@rizzidesign.it  Aggiungeremo altre foto di questo nostro restauro completo.