Tutte le storie iniziano con “c’era una volta…” ma quella che voglio raccontare è una storia ancora attuale, fatta di passione, mani sporche di grasso, levatacce all’alba e sacrifici al gusto di miscela, benzina ed olio.
La storia di due baldi giovanotti ancora molto vispi, i fratelli Paolo e Marco Cafasso. Uniti sin dall’adolescenza dalla meccanica, per far rivivere quello che in molti definivano precocemente “ferri vecchi”, sempre alla ricerca di catorci che costassero poco, tanto poi a dare valore al mezzo ci avrebbero pensato loro.
Le moto da regolarità, come Ancillotti – Aspes – Simonini – Sachs, continuando con Gori – Aim – Husqvarna ed altre ancora, erano le più cercate.
Due percorsi di studio diversi, il più grandicello Paolo manager di una multinazionale, il più piccolo Marco gavadent (dentista).
Crescendo le strade dei due fratelli si dividevano per le priorità , per la famiglia, per i figli, salvo poi incontrarsi davanti all’ultima moto acquistata in qualche mercatino o fiera dell’usato, come Reggio Emilia e Novegro, che erano le loro destinazioni preferite.
Abitando a Torino, la strada da percorrere è parecchia.
Un bel dì, trent’anni fa, Marco si presenta nella mia ditta con un Ancillotti completo, da verniciare giallo e telaio argento.
È stato un colpo di fulmine, non ci siamo più lasciati!
Si perché la storia che continua tuttora aveva un accordo di base: Paolo si occupa della meccanica, Marco della carrozzeria, ma la professione di dentista non gli lasciava molto tempo.
Li ho capito perché mi ha dichiarato fin da subito il suo incondizionato amore: tutto quello che acquistavano in giro, il giorno dopo era nella mia ditta pronto per la mia verniciatura! Ovviamente, un vero piacere!
Un giorno a malincuore ho dovuto dirgli che io sono un essere in multi proprietà, tra la moglie ed altri clienti da accudire.
Potevo stargli dietro, ma a ritmi più contenuti.
Si sa, l’amore è sempre più forte delle odierne difficoltà, così Marco tutti i giovedì lasciava lo studio e veniva a fare il boccia (l’apprendista) da me.
Solo la passione faceva da carta assorbente perché sopportare un pignolo come me non è da tutti!
Devo dire che il ragazzo è stato un bravissimo apprendista!
La passione che li ha uniti nella vita non ha fatto altro che consolidare il rapporto che lega due fratelli, fuori di testa… questa volta l’hanno fatta grossa: la pensione per una persona attiva può essere una brutta anticamera, per questa ragione la pensione di Paolo ha coinciso con l’apertura di una signora officina privata tutta per la loro passione, la loro collezione di moto da regolarità.
Papà Mario, architetto Fiat, li guarda felice perché i suoi ragazzi, oggi uomini, vivono costantemente con un sogno realizzato.
Motociclisti sempre!
Grazie
Rizzi Vito Leonardo e figli.
Per contattarmi direttamente per informazioni e preventivi, scrivetemi a info@rizzidesign.it. Il telefono è 0172 489980 349 8343276.