In queste poche righe desidero parlare del ruolo chiave nella vita di ognuno di noi, motociclisti e non.

L’importanza di aver vicino, oppure anche solo componendo un numero per ascoltare una voce che negli anni ha fatto parte del nostro quotidiano, a volte amabile altre severa ed ancora altre che avremmo forse quasi certamente non desiderato ascoltarne il tono .

Un rapporto da creare quotidianamente, colmo di una valanga di sentimenti da ambedue i lati. Da una parte piene di paure, di attese, altre interrogandosi: “Ho fatto la cosa giusta?”.

Dall’altra il rispetto che ogni figliolo deve al proprio genitore.

Ricordo un giorno d’estate si cenava fuori sotto il portico, il figlio più piccolo era andato via l’intero pomeriggio con la sua Aprilia 125 SP; lo obbligavo a mettere sempre il para schiena anche d’estate, minacciandolo di ritirargli le chiavi, é vero non é il massimo del confort ma serve.

Orario di ritorno previsto 19.30. Padri si diventa per un atto d’amore con l’amata dama, alo stesso tempo il padre motociclista sa che su strada ci sono più rischi che camminare a piedi.

Fabio quella sera arrivò alle 19,55 prendendosi, oltre alla solenne sgridata, il sequestro della moto per qualche giorno ma è un bravo figliolo ed al successivo preventivato ritardo ha sempre telefonato.

Perché ho iniziato con un sentimento che per quanto importantissimo, con il mio mestiere centra poco?

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Perché Silvano non lo sentivo da una vita, ventotto anni sono parecchi, tanti da mettere su famiglia, procreare e crescere figli.

Ci sono rapporti che non muoiono mai, ne ho avuto la certezza quando l’ho sentito al telefono: ho riconosciuto la sua voce come se ci fossimo sentiti il giorno prima!

Ovviamente chi nasce motociclista lo fa anche sulle nuvole, figuriamoci se non instrada il suo figliolo sulle moto! Lui poi smanettava su una NS 400 R Honda che avevamo verniciato Rothmans

Silvano è venuto in ditta, nel 1999 Celentano cantava l’emozione non ha voce, dopo quel momento ci siamo messi a chiacchierare… fino a quando mi ha detto: “Devo farti vedere una cosa!” e dalla cartellina tirava fuori i disegni di un casco disegnato da suo figlio Giacomo, avrebbe compiuto 16 anni tre settimane dopo; domanda “ce la facciamo???”.

In linea di massima chi lavora con il pennarello non opera con pistolina ed aerografo.

Quattro tinte per lo più in trasparenza su un casco… è un lavoretto laborioso ma l’amicizia è fatta anche di laboriosità.

Giacomo il giorno del suo compleanno ha ricevuto da papà Silvano il casco disegnato da lui!

Realizzato da un amico di suo padre.

Un regalo c’è stato anche per me, una mail il giorno dopo, non un pensiero ma una poesia:

“Tanti uomini hanno un’anima.
qualche uomo ne ha tante.
Pochi uomini la mettono a disposizione degli altri.
Un uomo, la sua, o una delle sue, la mescola sapientemente con dei pigmenti colorati, la diluisce con la passione, la soffia con la delicatezza del volo del colibrì, la fissa su una superficie con la forza del leone.

Oltre quello che vedi, c’è quello che percepisci ma quando il casco “verniciato” pesa 21 grammi più di prima, capisci che non è vernice. è il peso dell’anima.”

Grazie,

Rizzi Vito Leonardo e figli.

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