In verità ho iniziato a disegnarle e verniciarle non dico di malavoglia ma un pochino in sofferenza perché dovevo portar via ore lavorative al mio mestiere di base ovvero le moto.
Si, perché ancora adesso quando non arrivo a casa ad un orario per così dire “intelligente” la mia gentil consorte, prima ancora della mia entrata in casa, con un piede ancora in cortile, mi dice “ma non volevi più arrivare ??? Perché non ti porti la brandina in ditta???”.
La blocco con un bel bacione e così facendo argino tutto quello che di più pericoloso potrebbe succedermi. E’ vero che l’ho sempre fatta disperare con i miei orari flessibili, in particolar modo il periodo in cui mi dedicavo quasi totalmente ai prototipi. Mi telefonava in ditta e senza neanche salutarmi mi chiedeva: “Lo sai che ore sono??? I ragazzi ti stanno aspettando! Forse non si usa più, i tempi cambiano, ma a casa mia non si inizia pranzo o cena se non si é tutti seduti.
Ovviamente nell’arco di decenni qualche bicicletta (non in carbonio) l’avevo già verniciata, quando non potevo proprio dire di no.
A farmi cambiare idea ci ha pensato Emanuele. Arrivò in ditta con la faccia di un cane bastonato, una bici in carbonio verniciata non so dove e quello che era evidente mancava totalmente di finizione. Da come guardava la propria bici mi son chiesto se oltre alla morosa portava a letto anche lei, comunque é risaputo che i triangoli ognuno li fa con chi vuole.
Emanuele oggi è il mio cliente ciclisticamente parlando più affezionato anche perché dotato di una pignoleria costruttiva, quasi sempre mi telefona chiedendomi se può portarmi la sua amata bici a casa dopo cena, ovviamente il mio assenso per lui é scontato e la mette fuori dalla macchina. Facendomi notare qualche scalfittura sul carbonio oppure che una microscopica pietruzza ha avuto l’ardire di non evitarlo e colpirlo li su un posto che persino il personaggio creato dalla fantasia di Georges Simenon alias il commissario Maigret avrebbe avuto bisogno di una lente di ingrandimento per poterla vedere!
Emanuele mi fatto cambiare idea sui ciclisti che vedo la domenica mattina sulla strada Fondovalle sotto casa, quella che taglia a metà la provincia di Cuneo. Ogni volta mi veniva da pensare “quasi quasi glielo dico: ragazzi guardate che in moto sudate di meno!”
Con lui sono entrato nel mondo delle due ruote con motore umano, più silenzioso più soft ma ugualmente emozionante!
Nell’ultimo triennio biciclette in carbonio e non solo, filano veloci con colori e tinte moto, nuove grafiche inventate con le idee del proprietario più il mio mestiere e le mie mani.
Grazie.
Rizzi Vito Leonardo e figli.