GUZZI Airone Turismo, anno di nascita 1956.

14/07/2017, scrollandosi la fastidiosa ruggine che le provocava orticaria, scendeva dal furgone per prendere casa nella mia officina. Mi ha guardato con le gomme molli, quasi vergognandosi del suo stato di abbandono ma, si sa, il buon cuore di un artigiano serve anche a rincuorare le moto che di anni ne hanno parecchi.

Innanzi tutto il dovere mi impone di ringraziare le persone che hanno contribuito ad un restauro impegnativo per ricerca dei ricambi originali.

Lechler S.P.A. per la vernice; Paolino, anche se la sua stazza supera i 90 kg è sempre tale per la mamma, è lui l’artefice della prova finale.

Tutti i bulloni e dadi originali spazzolati da Alfredo che con infinita pazienza sopportando la mia maniacale pignoleria mi ha supportato nel montaggio.

Infine Cristian, il nipote che tutti i nonni del mondo vorrebbero!

Lui che con sviscerato amore e spesa non indifferente, ha fatto rivivere il Guzzi Airone Turismo 250 di nonno Maurizio, commerciante di carne che all’alba di anni ormai lontani aperta la benzina due colpi di cicchetto quattro di pedivella faceva cantare la marmitta come un trombone. 

Partiva da Pradleves per tutti i saliscendi della Valgrana.

L’essere umano viene al mondo scegliendo da se la propia strada, il mezzo meccanico no, lui è destinato a seguire il suo compratore. 

Per questo motivo era cosi mal ridotto, le strade che percorreva non avevano ancora conosciuto il catrame, mi ha raccontato tutto durante le fasi lavorative! Ogni particolare meccanico parlava per se; a smontaggio ultimato, la totale sabbiatura, fondo iposidrico base per il rosso bicomponente ancora a solvente come l’epoca impone; filettini da due mm oro–nero caratteristica di quasi tutte le guzzi rosse; tutto a mano libera, come mestiere impone.

Il serbatoio trattato con Tankerite per dargli nuova e lunga vita.

Infine un montaggio che sembrava non dovesse avere mai fine.

26/03/2018

Cherasco-Caraglio 46 km, Cristian con il casco del nonno in testa, timoroso mi chiese: “Cosa pensi ci arrivo??”.

Ambedue abbiamo sentito chiaramente una voce che diceva: “Parti nipote ti guido io!”.

Grazie

Rizzi Vito Leonardo e figli.

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Ecco la gallery, con le foto del restauro e della condizione originaria.